Descrizione Esame: ANTICORPI ANTI CITOMEGALOVIRUS IgG – IgM
Campione: Prelievo di sangue
Metodo: IMMUNOCHEMILUMINESCENZA
Consegna referto: 1gg
La determinazione degli A.A.Citomegalovirus IgG e IgM mette in evidenza lo stato della malattia da Citomegalovirus.
-> A.A.CITOMEGALOVIRUS IgG: PRESENTI – A.A.CITOMEGALOVIRUS IgM: ASSENTI
la presenza di A.A.Citomegalovirus IgG indica l’avvenuto contatto con il virus citomegalico, ma, a differenza di quanto avviene per il Toxoplasma e la Rosolia, non conferiscono, all’ospite, completa immunità, in quanto il virus, presente in forma “latente” nell’organismo, è pronto a riprendere l’attività dando luogo ad una “infezione riattivata”.
Questa situazione può contribuire alla diffusione del virus, ma non provoca danni al portatore ed, in caso di gravidanza, al feto.
-> A.A.CITOMEGALOVIRUS IgG: ASSENTI – A.A.CITOMEGALOVIRUS IgM: ASSENTI
il soggetto non è immune, nè ha mai contratto la malattia.
In questo caso, soprattutto per le donne in gravidanza, bisogna ripetere il test ogni 4-6 settimane, fino al termine della gravidanza.
-> A.A.CITOMEGALOVIRUS IgG: ASSENTI – A.A.CITOMEGALOVIRUS IgM: PRESENTI il soggetto ha, presumibilmente, contratto l’infezione di recente.
Per accertare la presenza di Citomegalovirus si può, soprattutto per le donne in gravidanza, eseguire la ricerca del Citomegalovirus DNA (vedi scheda “Citomegalovirus DNA“) su siero materno; tale ricerca si può estendere anche su siero fetale e/o su liquido amniotico.
-> A.A.CITOMEGALOVIRUS IgG: PRESENTI – A.A.CITOMEGALOVIRUS IgM: PRESENTI
il soggetto può aver contratto l’infezione di recente oppure può trovarsi di fronte ad una “infezione riattivata”.
Il test Citomegalovirus IgG Avidità (vedi scheda “Citomegalovirus IgG Avidità“) contribuisce a datare l’infezione escludendo o confermando un’infezione primaria recente.
Il Citomegalovirus si può trasmettere:
-> ai neonati durante il parto, a seguito di contatto con secrezioni vaginali infette;
-> da bambino a bambino o da bambino ad adulto in tutte quelle occasioni in cui avvengono contatti stretti con secrezioni infette (urine – muco – saliva – lacrime, ecc.)
-> da adulto ad adulto durante i rapporti sessuali (il virus può essere trasmesso con lo sperma o con le secrezioni vaginali).
I feti contagiati nelle prime settimane di gravidanza, possono subìre le conseguenze piu’ gravi:
-> morte intrauterina con aborto spontaneo,
-> nascita con infezione congenita sintomatica (aumento di volume del fegato e della milza – difetti dell’ udito, della vista, colorito giallo della cute).