STUDIO DELLE SOTTOPOPOLAZIONI LINFOCITARIE

Descrizione Esame: STUDIO DELLE SOTTOPOPOLAZIONI LINFOCITARIE


Vedi:


Campione : PRELIEVO DI SANGUE


Metodo: CITOMETRIA A FLUSSO


Consegna referto:  6gg


LO STUDIO DELLE SOTTOPOPOLAZIONI linfocitarie o studio dell’attività linfocitaria serve a definire l’antigene o gli antigeni che i linfociti esprimono sulla loro membrana cellulare per meglio conoscere la funzione alla quale sono preposti i linfociti stessi.

I linfociti sono cellule che rappresentano il 35% circa dei globuli bianchi del sangue.
Essi svolgono un ruolo molto importante nel sistema immunitario inducendo un  tipo di risposta adattativa ovvero specifica per ogni tipo di “Antigene”, (virus, batteri, allergeni, peptidi, antigeni tumorali, ecc.) che invade l’organismo e viene ritenuto “non self” cioè estraneo all’organismo stesso.

Si distinguono in linfociti T e linfociti B che derivano dalla linea linfoide delle cellule multipotenti presenti nel midollo osseo.

  • I linfociti T migrano nel Timo dove avviene la loro maturazione e successiva differenziazione.
  • I linfociti B maturano nel midollo osseo e, dopo essersi trasformati in plasmacellule, producono anticorpi specifici contro gli antigeni (virus, batteri, allergeni, ecc.) penetrati nell’organismo e ritenuti estranei allo stesso.

Le sottopopolazioni linfocitarie T non sono distinguibili tra loro o dai linfociti B, al microscopio, ma possono essere facilmente identificate con una sofisticata tecnica di laboratorio:la citometria a flusso
LA CITOMETRIA A FLUSSO,
Permette di visualizzare oltre che (identificare e quantizzare) i linfociti T e B presenti nel sangue.
I linfociti, in base alla specifica funzione alla quale sono destinati, possiedono sulla loro membrana uno o più antigeni detti anche MARCATORI DI SUPERFICIE.
L’utilizzo di specifici anticorpi, fluorescenti e variamente colorati, contro questi antigeni permette di visualizzare (oltre che identificare e quantizzare) la presenza di queste cellule in “ammassi” o “cluster” denominati, perciò, CD o “cluster of differentiation”.
Dopo l’introduzione della citometria a flusso sullo studio delle cellule, la vecchia nomenclatura è stata sostituita dalla nuova.

  • I linfociti T totali non vengono più denominati linfociti T3 o LT3, ma linfociti CD3, perchè esprimono sulla loro superficie l’antigene CD3;
  • I linfociti T helper o linfociti T4 o LT4 vengono denominati linfociti CD+3/CD+4 perchè oltre ad esprimere sulla membrana citoplasmatica l’antigene CD3, possiedono l’antigene CD4 che conferisce ai linfociti la proprietà di stimolare o aiutare (di qui il termine helper) i linfociti B a produrre anticorpi.
  • I linfociti T8 vengono denominati CD3+/CD8+ e la loro funzione è quella di agire direttamente su virus, batteri o antigeni estranei all’organismo distruggendoli con effetto citotossico.
  • I linfociti T regolatori esprimono sulla loro superficie citoplasmatica gli antigeni CD4+ CD25+ (contrassegnati perciò con la sigla CD4+/CD25+), che conferiscono loro una funzione regolatrice sulla produzione dei linfociti T helper o CD3+/CD4+.
  • I linfociti B vengono contrassegnati con la sigla CD19+, dall’antigene CD19 espresso sulla membrana citoplasmatica di tutti i linfociti B.
  • Le cellule NK (Natural Killer) costituiscono una sottopopolazione di linfociti, distinta dai linfociti T e B, in grado, oltre che di sopprimere cellule infettate da virus e cellule tumorali, anche di produrre citochine, in particolare interferone gamma.

Gli antigeni espressi sui linfociti T e B, finora studiati, sono oltre 200 ed il loro numero è destinato a salire.
L’approfondimento sul ruolo che ciascun antigene svolge nell’ambito del sistema immunitario è rimandato a schede e lavori specifici.

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