ORMONE ANTI MULLERIANO

Descrizione Esame: ORMONE ANTI MULLERIANO

Campione: PRELIEVO DI SANGUE


Metodo: E.L.I.S.A.


Consegna referto:  2 gg

L’ormone antimulleriano (AMH) è prodotto dai tessuti riproduttivi sia nel maschio (testicolo) che nella femmina (ovaio).

Quando inizia la differenziazione sessuale, tra la 7° e la 9° settimana di gestazione:

  • nell’embrione geneticamente maschio, per effetto dell’AMH, i dotti di Müller, precursori degli organi riproduttivi femminili regrediscono; mentre, i dotti di Wolff, precursori degli organi riproduttivi maschili per effetto degli androgeni, si sviluppano;
  • nell’embrione geneticamente femmina, l’assenza di AMH permette l’evoluzione degli organi riproduttivi femminili, mentre la carenza di androgeni provoca la regressione e l’atrofia dei dotti di Wolff, con conseguente soppressione degli organi riproduttivi maschili.

L’alterata produzione di AMH che di androgeni può portare alla formazione di genitali ambigui.

Nel maschio

  • alla nascita, l’AMH mostra livelli relativamente ridotti che tendono ad aumentare nei primi 6-9 mesi di vita (mini-pubertà);
  • durante l’infanzia e la pre-pubertà, l’AMH mantiene livelli relativamente stabili ed elevati;
  • all’inizio della pubertà, si ha un rapido e progressivo decremento con valori che, con l’età, diminuiscono in proporzione all’attività delle cellule del Sertoli, responsabile della produzione di spermatozoi.

Nella femmina

La concentrazione di AMH rimane bassa fino alla pubertà, quando le ovaie cominciano a produrlo. Si innalza progressivamente nel tempo, fino all’età di 25 anni circa e, dopo aver raggiunto il picco massimo, comincia a scendere fino a raggiungere valori prossimi allo zero in menopausa.

L’AMH riveste grande importanza nelle donne in età fertile. Vediamo perché: alla nascita, le femmine possiedono circa un milione di cellule uovo (ovociti), che decrescono numericamente nell’infanzia fino a 300.000-400.000 circa. Dalla pubertà fino alla menopausa, solo pochi di questi ovociti andranno incontro a maturazione follicolare, ossia uno o più ovociti per ogni ciclo mestruale.

Alcuni mesi prima del menarca (fase puberale) i primi follicoli primordiali si trasformano in follicoli preantrali e antrali, i quali, mediante la produzione di ormone anti Mulleriano, hanno la peculiarità di regolare il processo che prevede le seguenti trasformazioni:

follicolo primordiale -> follicolo preantrale -> follicolo antrale -> follicolo maturo.

IN CHE MODO AVVIENE LA REGOLAZIONE DEL PROCESSO DI MATURAZIONE DEI FOLLICOLI?

I follicoli preantrali e antrali producono l’ormone anti Mulleriano che ha la funzione di:

  • regolare la trasformazione del follicolo primordiale in follicolo preantrale;
  • regolare la produzione di FSH ipofisario che presiede alla trasformazione del follicolo preantrale in antrale e di quest’ultimo in follicolo maturo.

Questo processo è molto importante perché regola la trasformazione dei follicoli primordiali in follicoli maturi, onde permettere solo a pochi follicoli primordiali, durante il ciclo, di arrivare a maturazione.

In questa prodigiosa “scaletta” si nota come sia importante l’azione dell’ormone anti Mulleriano (AMH), che, prodotto dai follicoli preantrali e antrali, evita una incontrollata trasformazione dei follicoli primordiali in follicoli maturi, preservando così, durante tutto il periodo fecondo della donna, il suo patrimonio ovocitario.

La produzione di ormone anti Mulleriano è proporzionale al numero dei follicoli preantrali e antrali (che, a loro volta, sono proporzionali al numero dei follicoli primordiali residui, in fase di trasformazione).

SIGNIFICATO CLINICO E QUANDO RICHIEDERLO

Nella donna

  • durante l’età fertile, l’AMH viene misurato per controllare il numero di ovociti presenti nelle ovaia che, in condizioni normali, rappresentano un congruo patrimonio che, dal menarca fino alla menopausa, decresce gradualmente;
  • una diminuita concentrazione di AMH o un declino significativo dello stesso, può significare uno stato menopausale (precoce o fisiologico in base all’età in cui si verifica);
  • nelle donne affette da ovaio policistico è spesso presente un aumento di AMH anche se questo non rappresenta, da solo, un criterio diagnostico;
  • il dosaggio dell’AMH può essere utilizzato per monitorare un’aumentata o eccessiva risposta alla stimolazione ovarica con conseguente bisogno di adeguare il trattamento;
  • il dosaggio dell’AMH può essere utilizzato per monitorare l’andamento di un carcinoma ovarico AMH secernente.

Nei bambini

  • l’AMH, prodotto già dalla 7° settimana di gravidanza dalle gonadi maschili, può rappresentare, se dosato in età prepuberale o nella prima adolescenza, un ottimo indicatore di funzione testicolare delle cellule del Sertoli, responsabili della spermatogenesi;
  • l’assenza o la bassa concentrazione di AMH, può indicare un problema al gene dell’AMH, localizzato sul cromosoma 19, responsabile della produzione dell’ormone e può essere osservato nei casi di bambini con ambiguità dei genitali esterni;
  • in caso di testicoli ritenuti, la presenza di AMH indica che essi funzionano anche se non posizionati in maniera corretta;
  • in caso di sospetta azoospermia ostruttiva, concentrazioni normali di MAH indicano che i testicoli funzionano regolarmente e che la causa dell’angiospermia è da ricercare nell’ostruzione dell’epididimo e/o dei dotti deferenti.

Nelle donne e nelle bambine con virilizzazione, valori di AMH, nell’intervallo di riferimento maschile, suggerisce la presenza di un tumore ovarico o di un tessuto testicolare residuo.

  • L’ormone antimulleriano può essere sia nel maschio che nella femmina un indice DI PUBERTÀ PRECOCE O RITARDATA (fisiologicamente il valore di AMH, alla pubertà, nelle femmine si innalza, nei maschi si abbassa);
  • Infine il dosaggio dell’ormone antimulleriano, abbinato a quello degli androgeni, in casi di ambiguità dei genitali, sia nel maschio che nella femmina, può essere di ausilio per formulare una diagnosi delle cause per potere, di conseguenza, laddove possibile, adottare adeguati interventi terapeutici.
 
 

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