Descrizione Esame: D-DIMERO
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Campione: PRELIEVO DI SANGUE
Metodo: IMMUNOTURBIDETRIA
Consegna referto: 2 gg
Il processo finale della coagulazione prevede: => la TRASFORMAZIONE del fibrinogeno in fibrina ad opera della trombina attivata; => la STABILIZZAZIONE del coagulo di fibrina mediante la formazione di legami covalenti tra monomeri di fibrina ad opera del fattore XIII attivato; => la FIBRINOLISI che è un processo di degradazione controllata del coagulo di fibrina che serve ad evitare un eccessivo accumulo di quest’ultimo. I FRAMMENTI generati dalla degradazione del coagulo di FIBRINA STABILIZZATA oltre che dai frammenti X,Y,D,E sono soprattutto costituiti dal D-DIMERO. La fibrinolisi avviene ad opera della plasmina che è un enzima che deriva dal plasminogeno. La formazione della plasmina dal plasminogeno è regolata da: => un attivatore del plasminogeno tissutale che favorisce la formazione della plasmina (l’urochinasi, la streptochinasi e i loro derivati sono attivatori del plasminogeno, e vengono utilizzati come agenti farmacologici (per esempio dopo un infarto) per innescare il processo di trombolisi; => un inibitore dell’attivatore del plasminigeno tissutale (PAI) che modula l’azione dell’attivatore del plasminigeno. La misurazione del D-Dimero è generalmente richesta per verificare che la sua concentrazione nel sangue non sia elevata, al fine di escludere patologie caratterizzate da formazione di trombi. Il suo utilizzo è, quindi, essezialmente rivolto alla diagnosi di ESCLUSIONE di trombosi venosa profonda (TVP) e/o di embolia polmonare (EP). Un VALORE NORMALE di D-Dimero, solitamente, esclude quindi situazioni acute e croniche di TVP – EP. Un risultato del D-Dimero superiore al valore di riferimento indica la presenza, in eccesso, di prodotti di degradazione della fibrina “stabilizzata” nel sangue. Esso riflette pertanto un’elevata presenza di coaguli (trombi) nei vasi, senza fornire però indicazioni specifiche sulla sede o sulla causa. Esistono molte condizioni cliniche nelle quali la concentrazione del D-DIMERO è elevata, per meccanismi non ancora chiariti, anche in assenza di trombosi: => in età avanzata; => nel periodo neonatale; => in gravidanza (gli aumenti sono spiegabili con lo stato di ipercoagulabilitò del sangue, tipico della gravidanza e del puerperio). I valori di D-Dimero aumentano con l’avanzare della gravidanza e possono rimanere elevati fino ad un mese dopo il parto; => per disabilità, traumi, ustioni, ospedalizzazione, chirurgia recente, tumori, emorragie, emolisi; => coagulazione intravasale disseminata (CID); => in corso di malattie infiammatorie intestinali, epatopatie e malattie renali. Si possono riscontrare valori AUMENTATI di D- Dimero: => in corso di tromboembolismo venoso, cardiopatia ischemica, ictus, arteriopatia ischemica, insufficienza cardiaca congestizia, sindrome acuta respiratoria, terapia trombolitica, dissezione aortica, aneurismi. La misurazione del D-Dimero è raccomandata come esame ausiliario, non dirimente, pertanto, il suo risultato non deve essere utilizzato come unico parametro per formulare una diagnosi di certezza. Soprattutto concentrazioni elevate richiedono un follow-up del paziente e possono suggerire la richesta di altri esami piu’ specifici. |